mercoledì 27 luglio 2011

Era un giorno come tanti - 1a parte

Mi ritengo una persona fortunata, perché ho sempre avuto l'inconscia propensione all'imprudenza. Specie quando il desiderio arrivava alle stelle.
Stamattina, chiacchierando di piacere e fantasie, ripercorrevo alcune esperienze sopite nella mia memoria, ed una mi ha provocato un particolare brivido.
Perché? Beh, per un pomeriggio, mi sono sentita la protagonista di un racconto erotico, una sorta di privilegiata.
Ecco cos'è accaduto.

Sono sul treno in direzione Bologna. Sto andando a trovare un "amico" che non vedo da un po'. Si è separato dalla moglie, e vuole mostrarmi il nuovo appartamento.
Mi fingo convinta, ma so che la sola cosa che vedrò sarà la nuova camera da letto. Per questo ho curato tutto come piace a me: vestito un po' più corto del normale, ma apparentemente casto, autoreggenti velate, il tutto sormontato da un soprabito coprente quanto basta a rendere l'immagine più innocente, ed accessoriato con quelle scarpe che so quanto a lui piacciano.
Il treno è fermo da un po', un guasto. Per di più è anche pieno, ed io sono seduta di lato sui gradini, le gambe allungate avanti a me, di fianco alle porte chiuse. Faccio correre lo sguardo attorno a me, lo poso sul viso di un uomo, che mi fissa. È seduto su uno di quei seggiolini pieghevoli. Subito, fa per alzarsi e cedermi il posto, con un gesto lo invito a fermarsi.
"Davvero, non importa, sono comda."
Involontariamente ho dato il via alla conversazione.
Mi tende la mano e si presenta. Chiamiamolo L., non ricordo il suo nome.
Mi chiede dove sono diretta, se vado spesso a Bologna, quanto mi fermerò. Io, che sono cordiale di natura, gli rispondo con dovizia di particolari, magari lancio qualche involontario segnale di cui non mi rendo conto.
In un'ora quasi di chiacchiere, il viaggio si conclude, e ci salutiamo.
Dal mio "amico", beh, va come avevo immaginato. Anche se questa volta mi scopa con un coinvolgimento minimo, quasi fossero gesti meccanici, ripetuti a memoria.
La sera, me ne vado da casa sua ancora piuttosto insoddisfatta, e raggiungo la stazione con un discreto anticipo. Decido di passare al bar a bermi qualcosa nell'attesa, ed eccolo, seduto ad un tavolino intento a leggere il giornale. L. . Entro, passandogli di fianco, lui alza gli occhi e mi sorride, lo saluto. Mi invita a sedermi con lui e mi ordina da bere. Restiamo a chiacchierare qualche minuto, ma lo vedo diverso da prima, c'è una luce nei suoi occhi che mi lascia intuire cosa stia pensando. Anche L. è in attesa di prendere il treno del ritorno.
Paga, e ci avviamo insieme al binario, e quindi sul treno, che si mette in movimento di lì a poco.
Non so nemmeno perché, ma non ci andiamo a sedere. Non abbiamo un posto prenotato su questo treno, ma è semideserto, potremmo sederci dovunque. Invece rimaniamo lì, vicini alle porte, a guardare fuori.
Senza dire una parola, mi sfiora la guancia. D'istinto, mi ritraggo.
"Non vuoi..?" Chiede lui.
Non rispondo. In realtà non so perché mi sono scostata.
Sorrido, e mi rendo conto dalla sua espressione di quanto maliziosa io possa essere stata, pur senza rendermene conto.
Quando la sua mano arriva ad accarezzarmi il viso, lo lascio fare.
Già me lo immagino, come andrà a finire...

5 commenti:

  1. ecco... ammetto che questa sia da sempre una delle mie fantasie... beata te!

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  2. CAZZO!!!!
    con questo inizio...
    ecco a me manca questa cosa...quella di provarci perchè non capisco mai quando una donna mi caga o meno...in realtà non mi cagano.

    non vedo l'ora di leggere il seguito :-)

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  3. DolcePrinciFessa, per una volta la fortuna ha girato dalla mia. :)
    Ovvio che ti auguro altrettanto, la realizzazione di un desiderio porta sempre con sé un grande benessere, eheh! ;)

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  4. Uhm.....sul treno? Mi è capitato anni fa e ne ho scritto. Sono quelle cose che ti capitano una volta nella vita e poi è impossibile dimenticare ;)

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  5. questo allora potrà essere nelle tue corde:
    http://brand-sex.blogspot.com/2011/07/after-i-go.html

    ;)

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